Borghi connessi, le città del futuro?

In un’era di grandi cambiamenti come quella attuale, è possibile far rivivere i piccoli centri d’Italia? La chiave della rinascita è la connettività

Il Governo Draghi ha definito la digitalizzazione come una necessità per far ripartire il sistema paese senza escludere nessun territorio

In Italia, da nord a sud, ci sono quasi 6 mila borghi e piccoli comuni. Luoghi dal fascino antico e dall’esistenza tranquilla, più sostenibili delle grandi città, immersi nella storia, dove fuggire dallo stress quotidiano delle metropoli e riscoprire tradizioni, mangiare cibo sano, respirare aria pulita, ritrovare ritmi di vita più sani e naturali e il calore delle nostre famiglie e delle nostre radici. 

Oggi, con il cambio di abitudini personali e professionali dettate dal Covid, abbiamo la grande opportunità di far rivivere quei borghi che in passato abbiamo abbandonato proprio a causa del loro isolamento e della loro mancanza di opportunità lavorative e di infrastrutture adeguate per non essere tagliati fuori dall’Italia produttiva.

Con la pandemia, tutto è cambiato. Grazie alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione, con la pandemia le “seconde case” dei tanti borghi d’Italia si sono ripopolate di professionisti che lavorano in smart working, diventando per molti un rifugio, una boccata d’ossigeno, un posto dove vivere la quotidianità in modo un po’ più libero e in sicurezza.

Ma la chance di farli rifiorire è legata sempre alla connettività, un’adeguata copertura wireless, che possa far in modo che quel piccolo pezzo di territorio italiano non sia vittima del digital divide e che permetta, a chi in quel borgo vive, lavora, studia o semplicemente lo visita per turismo, di essere connesso con il resto del mondo.

Con le risorse del Next Generation EU, tramite il PNRR – racconta Michelangelo Suigo – questa opportunità può davvero diventare realtà e possiamo puntare ad avere una nuova Italia, più competitiva e innovativa, intervenendo sulle strutture che permetterebbero non solo la connessione tra i territori, ma anche di rilanciarne le attività produttive creando, direttamente in loco, nuovi posti di lavoro.

Un’opportunità rafforzata dal 5G, che permetterà di ripensare, innovare e portare a nuova vita moltissimi settori anche in posti fino ad oggi isolati, valorizzando il made in Italy, garantendo lo smart working, assicurando la didattica a distanza e ripensando il modo di vivere il patrimonio artistico-culturale.  Un’opportunità che riporterà al centro le persone, la vita sostenibile e rivaluterà le tradizioni italiane con il valore aggiunto di poterle divulgare e far conoscere con più facilità. 

Lì dove fino a prima della pandemia si lottava per non sparire vendendo le case ad un euro e creando incentivi fiscali per richiamare gli abitanti, oggi ci può essere un altro tipo di richiamo che passa per il “borgo connesso”, dove innovazione e tradizione si danno la mano e tengono insieme quel senso di Nazione fatto di tanti piccoli, ma meravigliosi, luoghi da recuperare e far rinascere.