Lo sviluppo del 5G sarà alla base dell’Industria 4.0

Michelangelo Suigo, INWIT: “Adeguamento dei limiti di emissione elettromagnetica a quelli europei per evitare rallentamenti nello sviluppo del 5G”.

Rete 5G, Industria 4.0 e digitalizzazione: il processo di innovazione nel campo del business è già iniziato, ma per arrivare davvero ad un’Industria 4.0 che possa guardare al futuro andranno trasformati molti aspetti, soprattutto quelli organizzativi. È questo il parere di Michelangelo Suigo, direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di INWIT, che ha espresso in un articolo su Formiche.net dal titolo “C’è un tappo burocratico che rallenta lo sviluppo 5G (e dunque l’industria 4.0)”.

Rete 5G e futuro

La diffusione della rete 5G è parte integrante nel necessario processo di rivoluzione che riguarda molti settori. “Per colmare quel mismatch digitale che ormai attanaglia specie il mondo produttivo italiano. Uno sguardo attento dovrà esserci soprattutto verso le nuove generazioni, che dovranno acquisire le competenze digitali necessarie per riuscire ad entrare rapidamente nel mondo del lavoro e colmare quel gap professionale che si andrà a creare nel passaggio repentino. Non basterà quindi un’adeguata formazione in azienda, la rivoluzione dovrà passare soprattutto per le Università e per le scuole che dovranno proporre un’offerta formativa adeguata al mondo produttivo – scrive Suigo – L’affidabilità e la bassa latenza del 5G permetteranno di semplificare e monitorare interi processi e di sviluppare e implementare gli strumenti di Internet of Things con numerosi vantaggi per il mondo industriale: dalla riduzione dei costi, ad una migliore qualità di prodotti a margini di errori più bassi”.

Vanno abbandonati vecchi concetti per far posto ad una visione moderna della produzione con l’introduzione di macchine sempre più intelligenti e sempre più interconnesse”.

Michelangelo Suigo, INWIT

L’adeguamento dei limiti di emissione elettromagnetica

In Europa, i limiti di emissione elettromagnetica sono fissati in una Raccomandazione dalla Commissione Europea sulla base degli studi dell’Icnirp. Se in altri paesi come Germania, Francia, UK e Spagna sono considerati sufficienti, in Italia la situazione è diversa e rischia di rallentare la fase di sviluppo. Aggiunge Suigo: “in Italia, circa 20 anni fa sono stati fissati dei limiti di emissione elettromagnetica dieci volte inferiori a quelli applicati negli altri Paesi dell’Unione Europea e previsti dalla Raccomandazione. È bene ribadire, come già chiarito da numerosi studi internazionali e nazionali (tra cui il “nostro” Istituto Superiore di Sanità), che il passaggio al 5G non comporta un aumento dell’esposizione elettromagnetica complessiva”.

“Al contrario, l’architettura 5G presenta delle caratteristiche che potrebbero portare ad un impatto elettromagnetico invariato o addirittura inferiore rispetto a quello delle generazioni precedenti. Non vi è nessuna giustificazione nel penalizzare l’Italia rispetto agli altri Paesi Ue che sono molto più competitivi sulla realizzazione della rete 5G e, conseguentemente, dei servizi connessi. L’Italia non può permettersi un auto-sabotaggio in termini di transizione digitale”. L’adeguamento di queste norme per lo sviluppo del 5G sarà quindi alla base dell’Industria 4.0 e del futuro del mondo produttivo.