5G ed elettromagnetismo: l’Italia non può auto-sabotarsi

5G ed elettromagnetismo

Al secondo appuntamento di #TalkFor5G, il ciclo di webinar organizzato da INWIT, si è parlato della necessità di superare false credenze, paure irrazionali e intoppi burocratici per accelerare il rollout delle nuove reti 5G e diffonderne i vantaggi.

Durante il TalkFor5G, ciclo di webinar organizzato da INWIT, si è parlato della necessità di superare false credenze, paure irrazionali e intoppi burocratici su 5G ed elettromagnetismo.

Il legame fra 5G ed elettromagnetismo è al centro di un dibattito che coinvolge l’opinione pubblica e rischia di compromettere la diffusione dell’innovativa tecnologia per la telefonia mobile. I campi elettromagnetici, ovvero gli spazi in cui sono presenti particelle cariche elettricamente, non sono un fenomeno recente del mondo digitale, ma l’aumento di smartphone, tablet e altri dispositivi connessi ha sollevato preoccupazioni su come l’esposizione a questi campi possa influire sulla salute dei cittadini. Di conseguenza, l’installazione di antenne 5G in Italia ha provocato un aumento di false credenze e fake news come avvenuto nel resto del mondo. Il parere dell’Unione Europea non lascia  spazio a dubbi: “seguendo tutte le raccomandazioni esistenti, l’implementazione delle reti 5G non avrà un effetto negativo sulla salute delle persone. Le reti 5G (e le future 6G) utilizzeranno antenne molto più piccole e quindi livelli di esposizione generalmente inferiori rispetto alle attuali reti 2G, 3G e 4G, ma nel complesso raggiungeranno una qualità del servizio migliore e velocità di connessione più elevate. Tutte le nuove specificità della tecnologia 5G sono state prese in considerazione nella definizione delle linee guida ICNIRP” spiega l’organizzazione europea facendo riferimento alle linee guida emanate della International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection

Torri 5G in Italia al centro del webinar INWIT

La sicurezza delle torri 5G è stata confermata anche nel secondo webinar del ciclo TalkFor5G, organizzato da INWIT in collaborazione con la Fondazione Ottimisti&Razionali. Nell’incontro dal titolo 5G ed elettromagnetismo: coinvolgere le comunità e contrastare le fake news si è parlato di come combattere la disinformazione e incentivare la digitalizzazione con il coinvolgimento diretto delle comunità. “L’Italia non si può più permettere un autosabotaggio sul 5G, soprattutto in un contesto caratterizzato da un sistema economico globale sempre più digitalizzato e dall’emergenza pandemica, che ha evidenziato l’estrema urgenza di essere infrastrutturati in maniera avanzata e resiliente” ha spiegato Michelangelo Suigo, External Relations & Communication Director di INWIT. Timori irrazionali e fake news possono rappresentare un problema, ha aggiunto Gabriele Falciasecca, Prof. Emerito di dell’Alma Mater Studiorum di Bologna: “nel caso del 5G sarà importante mostrare nel modo più efficace possibile all’opinione pubblica e agli amministratori locali quali sono i vantaggi. In questo senso, c’è molto da fare visto che secondo recenti studi ben l’80% delle Pmi è inconsapevole dei vantaggi del 5G. Ci appoggiamo sui dati dell’ICNIRP, dell’ISS e dell’OMS ed è necessario fare un’azione anche sulla scuola”. 

5G ed elettromagnetismo, il parere della politica

“Serve una narrativa positiva sul 5G –  ha spiegato Enza Bruno Bossio, deputata del PD membro della Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni della Camera – ma è complicato farlo. Nonostante tutti gli istituti scientifici confermino che non esiste un problema di elettromagnetismo, risulta comunque difficile far passare il messaggio. Oggi è importante spingere per la sua diffusione, nella quale l’Italia ha un vantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi d’Europa”. 

“Il 5G non fa male alla salute ma fa bene al nostro futuro: senza 5G non si supera il digital divide” ha spiegato il deputato di FI Giorgio Mulè. “Con il Recovery fund abbiamo l’obbligo di iniziare un percorso di formazione basilare per la popolazione, che porti anche allo sviluppo di competenze professionali in ambiti connessi al 5G. Secondo il presidente dell’Uncem Marco Bussone, “per il 5G e il superamento del divario digitale serve una mobilitazione culturale, ma anche istituzionale e politica che ci dica che nessuno rimarrà indietro”. Per superare resistenze e paure, la strada giusta è quella del dialogo. Ne è convinto Marco Lombardo, assessore del Comune di Bologna, secondo cui “di antenne 5G in Italia si è parlato tanto, ma se ne è parlato male. Per questo, abbiamo cercato di portare il tema sul piano della scienza e della razionalità ed evidenziando le tante opportunità che scaturiscono con il 5G da un punto di vista imprenditoriale e occupazionale”. “Il 5G è la tecnologia della ripartenza ed è per questo che bisogna incontrare la cittadinanza e divulgare i vantaggi del nuovo standard. Riduzione della conflittualità, corretta informazione e centralità della scienza” sono per Michelangelo Suigo di INWIT i punti da cui partire.